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Qui si (ri)programma l’Italia o si muore! Coderdojo finalmente a Rimini

Computer Science is no more about computers than astronomy is about telescopes.E. W. Dijkstra

coderdojoEra tempo che lo aspettavo! Grazie al lavoro di Mauro, Eugenio, Valentina, Walter (e grazie anche al Comune e alla Biblioteca Gambalunga che hanno messo a disposizione gli spazi), anche a Rimini abbiamo finalmente un Coderdojo! Ne ho approfittato subito ed ho iscritto mio figlio alla prima lezione, venerdì 8 gennaio 2015.
E così, con il mio computer portatile, il suo taccuino, la sua merendina e la sua bottiglietta d’acqua, Fabrizio ha cominciato ad utilizzare la piattaforma di sviluppo Scratch, ad usare semplici costrutti di programmazione e “piegarli” alla creazione di un videogioco più o meno funzionante.

Cosa mi ha spinto a portare Fabrizio al Coderdojo? Farlo diventare un informatico? Fargli usare un foglio elettronico o un editore di testo? Rendergli più facile l’uso di uno smartphone, l’utilizzo di Internet e di Facebook? Niente di tutto questo.
Grazie ai passi da gigante fatti sul tema dell’usabilità, i bambini riescono velocemente ad usare e utilizzare le nuove tecnologie, ma spesso in modo passivo. Quello che (non solo a mio avviso) va insegnato bene ai bambini, fin dalla più tenera età, è la capacità di risolvere problemi complessi scindendoli in problemi più piccoli.
Leggere, scrivere, calcolare sono attività di base che vengono insegnate a partire dalla scuola primaria. Molti si sono accorti però (ultimamente anche il MIUR) che tali abilità non sono più sufficienti. C’è bisogno di una quarta abilità: il pensiero computazionale!

Il pensiero computazionale non è roba da informatici o da ingegneri. Chiunque ha bisogno di questa abilità: il pescivendolo, il politico, il carpentiere, il filologo romanzo, il giardiniere, il prestigiatore. Il computer è solo uno strumento, è il nostro servo sciocco la cui unica abilità è calcolare velocemente. Come diceva quel Dijkstra, così come la scienza delle stelle non si esaurisce con i telescopi, così l’informatica non riguarda certamente soltanto i computer!
Programmare non è roba da nerd con gli occhialoni spessi. Programmare  non è altro che un metodo per realizzare una idea che fino a quel momento sta solo nel nostro cervello. Non è retorica: oggi, in Italia, abbiamo bisogno di questo, di idee
nuove, di nuovi modi di pensare, di volare alto. Solo i nostri figli sapranno risolvere i guasti causati dalla generazione che li ha preceduti. Senza suggerirgli nulla, ma dando loro strumenti. Avreste dovuto vedere quella trentina di ragazzi, che condividevano un computer, che si scambiavano idee, che chiedevano consigli ma che, da zero, come per magia, da una traccia su carta sono arrivati a personalizzare il loro videogioco. Credetemi, sono scene che fanno bene al cuore!

E allora cari genitori, fate rinunciare vostro figlio o figlia, una volta al mese, a un pomeriggio di sport o di compiti. Cercate il Coderdojo più vicino a voi. Come scrivevo più sopra,  portate se necessario il vostro laptop o tablet, una merenda, un quaderno e una penna. Altro non sarà necessario. I vostri bimbi hanno già tutto dentro di loro, se li aiuterete a tirarglielo fuori. BE COOL!

Linkografia

Corso Joomla! su Second Life: il resoconto

Teacher Cirdan maruti in action!

Teacher Cirdan Maruti in action!

E’ andata in porto la prima parte del corso base Joomla! su Second Life oganizzata da me e Basarab Negulesco aka digitaladoptive. Desidero ancora una volta ringraziare pubblicamente Zygmunt Ballinger e Velas Lunansea che con la loro esperienza sono stati determinanti per la buona riuscita della lezione.
Dal mio punto di vista l’esperienza è stata notevole, dovendomi misurare con alcuni dei problemi tipici, difficoltà tecniche a parte, connessi alla formazione su Second LIfe:

1. La difficoltà di avere il feedback visivo dai discenti: rispetto a una lezione “normale” nessun cenno col capo, nessuna faccia dubbiosa; ciò mi ha indotto a chiedere continuamente se tutto era chiaro o se c’erano problemi, correndo il rischio di divenire un po’ pedante

2. La difficoltà di creare empatia, specie nei confronti degli avatar appena conosciuti. Non potendosi creare un legame emozionale, il rapporto tra docente e studenti ha corso il rischio di “raffreddarsi”. Qualcuno in effetti ha lasciato l’aula, non so se per noia o impegni contigenti (o della mattina dopo)

Almeno in parte queste difficoltà sono state mitigate dalla natura del corso, strettamente tecnica. Questo non lascia molto spazio a opinioni e quindi a un contradditorio tra insegnante e studenti o tra studente e studente che forse su SL non sarei ancora in grado di gestire.
Sempre la natura tecnica del corso non ha consentito di sfruttare appieno le potenzialità offerte dal metaverso: dislocazioni spaziali o mutamenti fisici dell’avatar o dell’ambiente sono a mio parere tra i plus più rilevanti, rispetto alla formazione reale, per rendere l’apprendimento SL un’esperienza davvero speciale.

Al di là di queste valutazioni, mi pare che l’esperienza di ieri sia stata più che positiva. Sarei estremamente interessato a conoscere il giudizio dei partecipanti di ieri, le loro opinioni su come migliorare la qualità delle lezioni e naturalmente i commenti/consigli di chi su SL ha già una consolidata esperienza di formazione. Lancio quindi il sasso e aspetto il vostro feedback sull’argomento.

Ultima informazione: ai partecipanti è stato distribuito del materiale didattico tra cui un pacchetto di slides, scaricabili da Slideshare e che vi ripropongo in coda a questo post.

Per adesso è tutto, il sottoscritto e Basarab Negulesco vi aspettano alla prossima lezione, mercoledì 22 Ottobre 29 Ottobre, alle 21.30 circa.


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