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Privacy e social networks, un aiuto dal Garante

Il bimbo che oggi ha 20 mesi e le attività connesse al trasferimento nella casa nuova mi hanno lasciato per tanto, troppo tempo, lontano da questo blog. Giusto oggi, tramite Twitter (thanx Catepol e Robin Good ), ho saputo di un interessante lavoro (a maggio 2009) dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali sui pericoli derivanti da un uso non consapevole dei social networks. I pochi che hanno il piacere di leggere questo mio spazio sanno che i rapporti tra la Rete e la privacy sono tra i miei argomenti preferiti e dunque vi suggerisco il link all’opuscolo: “Social Network: attenzione agli effetti collaterali”.
Come indicato nella prefazione, la deterritoralizzazione dei servizi di social networking non ci permette una vera tutela nel momento in cui vengono violati i nostri diritti. Recitava il vecchio adagio pubblicitario che “Prevenire è meglio che curare”, e questo il Garante sembra averlo capito benissimo muovendosi ancora una volta sulla strada del coinvolgimento degli utenti e nell’incremento della loro consapevolezza.

L’opuscolo lo trovo davvero interessante, chiaro e gradevole graficamente, rivolto a diverse tipologie di utenti e quindi con linguaggi diversi. Anche stavolta, a mio avviso, il Garante e il suo Presidente hanno colpito nel segno e l’Autorità ha oramai affiancato al suo prestigio istituzionale una reputation guadagnata sul campo attraverso l’ascolto di chi la Rete la vive quotidianamente e sfociata anche in un intervento su SL di cui ho già trattato. Consentitemi una punta di polemica: mi auguro che la competenza del Garante rassicuri altri membri delle istituzioni e li dissuada da mettere in campo campagne di oscurantismo cui l’Italia già abbastanza arretrata tecnologicamente in vasti strati della popolazione non ha punto bisogno.
Buona lettura.

Social Network: i valori della community, le incognite della Rete

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza

Riportando una frase di Elena/Velas, compagna di avventure nella blogosfera e SL,  La unAcademy riapre la stagione 2008/2009 con il botto 🙂
Alla Conference Hall dell’Accademia non Convenzionale della Cultura Digitale, su Second Life, ieri è stata proprio una bella serata. Di fronte a un folto pubblico (secondo gli standard del metaverso) il Presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Francesco Pizzetti,  per due ore si è messo a disposizione degli avatar ed ha portato la visione personale e dell’Autorità che presiede sul binomio social network/privacy.
I rischi connessi all’utilizzo dei social network sono significativi, non solo per i cosiddetti nativi digitali ma anche per le vecchie volpi della Rete in grado di porre in atto tutta una serie di cautele.
Ho già parlato in questo blog dei casi Stacy Snyder e Caitlin Davis; secondo la Risoluzione sulla Tutela della privacy, un terzo dei responsabili del personale nelle aziende fa ricerche sulla Rete per verificare il profilo dei candidati. E per vedere quale sia la nostra presenza sulla Rete basta cliccare su siti come questo e il gioco è fatto. Anche lo pseudonimo a volte è un mantello troppo corto per mettersi al riparo da occhi indiscreti.

Il pericolo è dietro l’angolo anche per i più attenti. Vi racconto una storia personale. Qualche tempo fa su Facebook ho ritrovato una foto mia e del soggiorno di casa mia. Banalmente era una foto scattata da un compagno di studi e della quale mi ero completamente dimenticato. Certamente non c’è nessun danno in questo ma credetemi, per un attimo, mi sono sentito violato nella mia individualità, un po’ come, non so se lo avete mai provato, entraste in casa vostra e la trovaste svaligiata.
Insomma, essere taggati, tracciati, profilati è una eventualità tutt’altro che remota anche per gli esperti della Rete.

Ebbene, quali sono i rimedi a tutto questo?

La discussione con il Presidente Pizzetti si è subito focalizzata su quale sia il ruolo delle Autorità italiane ed estere. Alcuni interventi si sono concentrati sull’attività sanzionatoria di questi organismi, di fatto poco efficaci. Secondo il Presidente (beh, anche secondo il sottoscritto) questo aspetto non è rilevante… Nel mondo vi sono normative completamente diverse in tema di privacy, in molti paesi addiritura nessuna.
La strada è allora quella del coordinamento. Il lavoro in tal senso è buono visto che a Strasburgo ben 78 autorità si sono incontrate ad ottobre per creare un terreno comune. La via maestra è quella delle cosiddette raccomandazioni, della diffusione di buone pratiche, del coinvolgimento di utenti e amministratori di sistema: i primi, per aumentare il proprio grado di consapevolezza, i secondi nell’applicare processi di autoregolamentazione, di qualità nella gestione della riservatezza.
Nel mio piccolo, la mia proposta fatta al Presidente è stata quella di arrivare al cuore della società, promuovendo corsi di tutela della privacy personale nelle scuole, o facendo comunicazione attraverso i media tradizionali. Giusto per fare un esempio, Facebook ha superato una massa critica tale per la quale è necessario un intervento presso il grande pubblico.

Cosa porto a casa dalla conferenza di ieri sera? La mia opinione è noi utenti “vecchi”, non nativi digitali e con un po’ di esperienza di reti, di Internet, consci della transizione che stiamo vivendo (perchè conosciamo il valore della parola “privacy” sia prima che dopo l’introduzione di reti telematiche a larga diffusione), dobbiamo attivarci in quella che è una azione dal basso. Abbiamo il dovere, per quanto è in nostro potere, di fare formazione/informazione perchè siamo il cuscinetto tra una generazione (anche politica) che non comprende neanche il fenomeno ed un’altra che vive la Rete come esperienza quotidiana e preponderante di studio e di relazione.
Da questo punto di vista un sessantenne, ordinario di Diritto Costituzionale, utilizzatore di Internet come il prof. Pizzetti è un’ottima risorsa. Spero quindi che il livello degli interventi abbia convinto il Presidente che in Rete ci sono interlocutori affidabili e competenti per discutere di alcuni problemi (sembra di sì, visto che il Professore si è reso disponibile, sempre su SL, ad un incontro specifico).

Ringrazio lo staff Unacademy, tra cui Joannes Bedrosian,  per avermi dato questa possibiltà e, come da tradizione, chiudo il post con qualche link di approfondimento.

@ Il video della conferenza riportato da Brain2Brain
@ Il Pizzetti-pensiero in un vecchio articolo di Repubblica

Dal sito dell’Autorità Garante delle Privacy due documenti sintetici:
@ Garanti privacy mondiali su Social network: raccomandazioni a utenti e fornitori di servizi
@ Risoluzione sull’urgenza di addivenire ad una proposta congiunta finalizzata alla definizione di standard internazionali in materia di privacy

Social networking e privacy, matrimonio difficile

La notizia, del 5 novembre 2008 e apparsa il 9 in Italia, è un po’ vecchiotta ma non abbastanza per suscitare ulteriori riflessioni sulla privacy e la pervasività del Web 2.0.
Caitilin Davis era una delle cheerleader della squadra dei New England Patriots. Caitilin è stata espulsa dalla squadra poichè su Facebook sono apparse delle foto che la ritraggono mentre con una amica è intenta a scrivere con alcuni pennarelli sul corpo di un ragazzo addormentato parole “sconvenienti” e a disegnare svastiche.
Senza entrare nel merito del comportamento personale (ognuno può avere la sua opinione in proposito), il fatto è che Caitilin si aggiunge alla nutrita lista (tra cui Stacy Snyder di cui avevo già parlato in questo articolo) di coloro che si sono viste condizionare la vita personale e/o professionale a causa di un errato utilizzo di un social network.
Il rapporto tra privacy e nuovi media è per il sottoscritto un argomento di notevole interesse, approfitto quindi del caso Davis per segnalare il convegno “Social Network: i valori della community, le incognite della Rete“, che si terrà il 26 Novembre alle ore 21.00 nella Conference Hall di Unacademy su Second Life. Il relatore sarà il prof. Francesco Pizzetti, Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, moderatore Giovanni Boccia Artieri aka Johannes Bedrosian, professore della Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino.

@ Social Network: i valori della community, le incognite della Rete
@ Facebook colpisce ancora: espulsa cheerleader
@ Caitlin Davis’ life is not so cheery now


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